Giuseppe Conte – Te lo ricordi, infedele

Gustave Courbet, The sleepers, 1866

Te lo ricordi, infedele, quel mattino
che dormivamo nudi vicino
e un sole più che orientale
salendo veloce le scale
bussò ai nostri vetri e ci svegliò?
Te lo ricordi, infedele, o no?
Il primo raggio forte, sereno,
si infranse alla sommità del tuo seno
così scoppiò per un istante
un vortice di luce inondante
da te, da noi, eco del fuoco disperso
di quando cominciò l’universo;
come se due che hanno fatto l’amore
fossero madri di tutte le aurore.

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